Il 2 febbraio scorso la BCE ha deciso un innalzamento dei tassi di interesse di altri 50 punti base e successivamente, nel Consiglio direttivo di marzo, aveva annunciato un ulteriore rialzo di pari entità, per poi valutare più avanti le proprie decisioni di politica monetaria in base all’evoluzione della situazione macroeconomica e, in particolare, dell’inflazione.

Vediamo insieme come influiscono queste politiche sul valore delle aziende e quali sono le prospettive per il futuro.

 

Decisioni di Politica Monetaria

Per “aggiustare” il tasso di riferimento, la Banca centrale è intervenuta sul mercato interbancario andando a modificare il costo dei finanziamenti overnight unsecured, ovvero il tasso di riferimento a breve termine in base al quale viene fornita liquidità agli istituti di credito.

Questa manovra, se da un lato influisce direttamente sui tassi a breve termine, dall’altro impatta sul costo del denaro per le banche e, di conseguenza, sugli utenti finali, i quali subiranno un analogo impatto in termini di tassi pagati sui mutui e sui finanziamenti in genere.

La modifica dei tassi ha una ripercussione anche sul mercato delle obbligazioni, compresi i titoli di Stato, il cui valore si adegua al nuovo costo del debito e quindi dei titoli di nuova emissione. Tale dinamica, se da un lato mira a raffreddare la corsa dei prezzi, dall’altro può avere effetti collaterali sull’economia aziendale.

 

Attualizzazione dei Flussi Futuri, Tassi di Sconto e Valore Netto

Secondo la prassi metodologica più largamente utilizzata, il valore delle aziende è rappresentato principalmente dal valore attuale dei flussi di cassa futuri e attesi dalla società.

Il metodo del Discounted Cash Flow (DCF) è una tecnica ampiamente utilizzata per valutare le aziende, il quale sconta i flussi di cassa futuri ad un determinato tasso, escludendo da tale flusso le componenti straordinarie o finanziarie.

L’aumento dei tassi di interesse influisce direttamente sul tasso di sconto utilizzato nel DCF. Un innalzamento del costo del debito e del costo del capitale proprio comporta un tasso di sconto più elevato, riducendo di conseguenza il valore attuale dell’impresa.

 

Evidenze empiriche della correlazione

Le analisi condotte mostrano inequivocabilmente una relazione inversa tra tassi di interesse e performance dei mercati e quindi del valore delle aziende.

Studi condotti nel periodo post-crisi del 2008 dimostrano come la riduzione dei tassi di interesse abbia influito positivamente sui prezzi delle azioni, evidenziando un legame inversamente proporzionale tra tassi e valore aziendale.

Le dinamiche legate agli interessi e al valore delle aziende dunque evidenziano la complessità delle decisioni di politica monetaria e il loro impatto sul mondo degli affari. Sebbene le politiche restrittive possano mirare a contenere l’inflazione, è importante considerare le implicazioni sul valore aziendale e sull’intera economia.