Fluttuazioni nelle condizioni di mercato, business environment sempre più complessi, novità normative e modifiche ai processi interni impongono all’impresa di dotarsi di una varietà di dati mirati, chiari ed accurati per prendere decisioni più solide, tempestive ed efficaci – in una parola, decisioni migliori.
Per queste ragioni negli ultimi anni molte imprese anche di dimensioni piccole o medie si sono avvicinate, con l’obiettivo di osservare ed interpretare analiticamente i fenomeni interni, alle tematiche del controllo di gestione, un ambito profondamente connesso ed integrato con la maggior parte delle dinamiche aziendali.
Lo Studio Dalla Libera di Padova sta mettendo a punto un servizio, rivolto alle PMI, che sia in grado di connettere ed integrare i dati aziendali (sfruttando le basi dati già esistenti), associandosi ad un supporto professionale che permetta di interpretare le informazioni in modo corretto e funzionale. Lo scopo è quello di offrire al management e ai responsabili delle aree aziendali una chiave di lettura utile nella formulazione delle scelte strategiche ma anche nell’ottimizzazione delle attività quotidiane.
La definizione di Controllo di Gestione
La definizione più comune di controllo di gestione è quella di un sistema di monitoraggio con tecniche miste: contabili, extra-contabili e statistiche. Esso ha come scopo fornire informazioni utili a governare l’impresa, ad orientare le decisioni in modo che siano coerenti con la realtà, a rendere conto di eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi; in sintesi si parla di costruzione di un cruscotto che permetta di analizzare, attraverso indicatori e grafici, le performance aziendali per valutare la gestione.
Ma come nel concreto il controllo di gestione aiuta l’impresa a crescere o a migliorare?
Abbandonare i vecchi sistemi
È necessario che il controllo di gestione abbandoni stampe e fogli Excel stand alone e adotti strumenti evoluti come la business intelligence in grado di attingere da vari archivi (contenitori di dati) le informazioni necessarie per strutturare dei cruscotti interattivi per l’utente. Oggi questa tecnologia è relativamente economica e semplice: perciò se ci si affida ad un consulente esperto in controllo di gestione e business intelligence sarà possibile dotare l’azienda di questo fondamentale strumento per monitorare le performance strutturando insieme cruscotto e indicatori.
Ma torniamo alla domanda: crescita o miglioramento come possono realizzarsi ed essere verificate dal controllo di gestione?
Secondo Kaplan e Northon per una strategia basata sulla crescita è necessario investire in risorse spesso nuove che portino ad incrementare i ricavi con nuovi mercati, nuovi prodotti o acquisizioni (M&A). Per migliorare invece è necessario basare la strategia sull’ottimizzazione della struttura di costi del proprio modello di business (senza sacrificare il livello di servizio minimo atteso) e/o efficientamento del mix di vendita per ottenere la massima redditività dal proprio business.
La strategia
Ora, per entrambi i casi, è necessario:
- Scattare una fotografia istantanea: essa rappresenta la situazione originale di partenza.
- costruire una metrica di giudizio oggettiva e valida: costruire dunque degli indicatori in grado di determinare i livelli minimi di performance preventivati ed offrire uno storytelling dei fatti di gestione con puntualità e discreta precisione.
- Scegliere uno strumento per questo monitoraggio e per i calcoli: il più moderno e affidabile è oggi la business intelligence perché evolve i fogli di calcolo rendendo le analisi interattive, puntuali, digitali.
- Monitorare i fatti e le performance attraverso un sistema di reportistica e procedure di condivisione azienda con i centri di responsabilità in modo che si possa intervenire tempestivamente in caso di scostamento o che, al momento di fare una scelta, essa sia supportata dai numeri.
Quando un’azienda assume il controllo dei numeri che la gestione genera, e determina degli indicatori in grado di produrre giudizi sulla bontà delle performance, assume di fatto il pieno controllo delle proprie sorti e non vi saranno più aree fuori controllo.
Da dove partire?
Chiunque approcci al controllo di gestione come prima fase dovrebbe consultare il professionista di riferimento per costruire un budget e un bilancio previsionale. A questo solitamente si dovrebbero abbinare:
- una analisi statistica della stagionalità degli ultimi 3-5 anni;
- una analisi di bilancio degli indicatori economici, patrimoniali e finanziari degli ultimi 3-5 anni.
La prima serve a determinare la stagionalità per indici; la seconda a validare i trend e una struttura media del proprio business model.
In questo modo il bilancio previsionale e il budget potranno essere ripartiti nell’arco dell’anno secondo indici di stagionalità e rispettando la struttura media di business model applicando solamente le rettifiche ove necessario (investimenti, disinvestimenti, assunzioni, ecc).
Nelle prossime settimane saremo a disposizione di chiunque voglia approfondire con noi un punto di vista su questi temi, o per capire come anche la vostra azienda può trarre beneficio dal controllo di gestione.
(Matteo Furlan)